COS'E', A COSA SERVE E A CHI SI RIVOLGE LA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA
Buon giorno a tutti, oggi vorrei focalizzare l’attenzione sulla
valutazione neuropsicologica, la quale, per altro, è una delle mie attività
professionali principali.
Immagino che, per i non addetti ai lavori, parlare di valutazione
neuropsicologica possa spaventare un po’, molti non ne hanno addirittura mai
sentito parlare, altri ancora ne possono aver sentito parlare, ma non sanno
molto bene di cosa si tratti né a cosa serva realmente. Perciò, in questo breve
articolo, proverò a fornire alcune informazioni che potrebbero risultare utili
per chiarire questi aspetti.
Prima di tutto è importante sapere che la valutazione neuropsicologica
si inserisce nell’ambito della Neuropsicologia, un’affascinante disciplina che
si propone di studiare gli effetti delle lesioni cerebrali sui processi
cognitivi (percezione, attenzione, linguaggio, memoria, ragionamento logico,
etc). Magari in un prossimo articolo cercherò di darvi qualche informazione più
dettagliata in merito alla Neuropsicologia. Oggi però, come già precisato in
precedenza, il focus sarà sulla valutazione.
Quindi, cosa si intende per valutazione neuropsicologica? E a cosa serve?
L’esame neuropsicologico fornisce importanti informazioni
sul comportamento, sulle capacità cognitive, sulla personalità, sulle abilità
apprese e sul potenziale riabilitativo delle persone che hanno subito una
lesione cerebrale e non solo. Per ottenere queste informazioni si lavora mediante la
somministrazione di tests aventi tutte le proprietà psicometriche su cui un test
solitamente viene costruito (standardizzazione, attendibilità, validità,
sensibilità, specificità). I test neuropsicologici stabiliscono se un certo
tipo di funzionamento (memoria, attenzione, linguaggio, etc) rientra o meno
nella “norma” per età e grado di istruzione.
È importante sottolineare un aspetto rilevante, ossia che un
danno cerebrale comporta sempre un’alterazione comportamentale. La valutazione
si prefigge di rilevare le manifestazioni comportamentali delle funzioni
cerebrali, siano esse danneggiate oppure conservate. In altre parole, si può dire
che la valutazione neuropsicologica permette di individuare quali sono le
abilità compromesse, l’entità di tale compromissione e quali invece sono le
capacità preservate.
Lo scopo ultimo non è quello di fare una diagnosi
specifica, ma fornire dati ed evidenze che possono contribuire all’inquadramento
diagnostico.
L’impostazione della valutazione neuropsicologica dipende dalla
finalità per cui la valutazione stessa viene effettuata: stesura di un profilo
neuropsicologico, completamento della diagnosi neurologica, fornire indicazioni
sulle abilità compromesse e su quelle residue, fornire indicazioni relative ad
attività di gestione/assistenza del paziente, progettare e strutturare il
progetto riabilitativo integrato, valutare l’efficacia di un determinato
trattamento, fini assicurativi/legali o scopi di ricerca.
A chi è rivolta la valutazione neuropsicologica?
La valutazione è prevista per pazienti che
presentano svariate patologie, tra cui: malattie psichiatriche (ad esempio
Depressione), postumi di Ictus ischemico o emorragico, postumi di
neurochirurgia, postumi di trauma cranico, demenze (ad esempio Alzheimer,
demenza fronto-temporale…), malattia di Parkinson, etc. Tale valutazione può
essere effettuata anche da tutti coloro che non hanno subito lesioni cerebrali
e che non presentano patologie specifiche, ma che comunque vogliono tenere
sotto controllo e monitorato il proprio funzionamento cognitivo, per interesse
personale o perché hanno familiarità, o predisposizione, per patologie
neurodegenerative.
La valutazione si articola in diverse fasi:
-Definizione del problema: analisi dello scopo
della richiesta, ossia individuazione del motivo per cui è stato richiesto l’intervento.
-Anamnesi: raccolta di tutte le informazioni sulla
vita del paziente, sulla sua storia clinica, sugli esordi e il decorso del
disturbo lamentato, sulla familiarità per patologie neurodegenerative e sulle
visite ed esami strumentali già effettuati. Si prevede inoltre un colloquio con i
familiari per approfondire ulteriormente le informazioni raccolte e per
completare in modo maggiormente dettagliato il quadro anamnestico.
-Fase di screening: durante la quale si
utilizzano tests di valutazione delle funzioni cognitive generali. In questo
modo si otterrà un profilo cognitivo globale del soggetto.
-Fase di approfondimento: strettamente connessa
alla fase di screening, nel corso della quale si utilizzano tests per specifiche
abilità cognitive.
-Restituzione: viene fornita una relazione
dettagliata sulle informazioni raccolte e sugli esiti dei tests somministrati.
Quindi, in sintesi, la valutazione neuropsicologia è un
processo diagnostico non invasivo, effettuato mediante la somministrazione di
tests neuropsicologici, volto alla delucidazione e misurazione del
funzionamento cognitivo della persona in seguito a una lesione cerebrale, in
presenza di particolari problematiche e patologie o in condizioni di normalità
(solitamente dai 50 anni in avanti).
Dott.ssa Elena Salvetti
Psicologa Clinica - formata in Neuropsicologia
334.1604200
salvettielena@libero.it
salvettielena84@gmail.com
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