venerdì 5 ottobre 2012

COS'E', A COSA SERVE E A CHI SI RIVOLGE LA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA

COS'E', A COSA SERVE E A CHI SI RIVOLGE LA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA
Buon giorno a tutti, oggi vorrei focalizzare l’attenzione sulla valutazione neuropsicologica, la quale, per altro, è una delle mie attività professionali principali.

Immagino che, per i non addetti ai lavori, parlare di valutazione neuropsicologica possa spaventare un po’, molti non ne hanno addirittura mai sentito parlare, altri ancora ne possono aver sentito parlare, ma non sanno molto bene di cosa si tratti né a cosa serva realmente. Perciò, in questo breve articolo, proverò a fornire alcune informazioni che potrebbero risultare utili per chiarire questi aspetti.

Prima di tutto è importante sapere che la valutazione neuropsicologica si inserisce nell’ambito della Neuropsicologia, un’affascinante disciplina che si propone di studiare gli effetti delle lesioni cerebrali sui processi cognitivi (percezione, attenzione, linguaggio, memoria, ragionamento logico, etc). Magari in un prossimo articolo cercherò di darvi qualche informazione più dettagliata in merito alla Neuropsicologia. Oggi però, come già precisato in precedenza, il focus sarà sulla valutazione. 

Quindi, cosa si intende per valutazione neuropsicologica? E a cosa serve? 
L’esame neuropsicologico fornisce importanti informazioni sul comportamento, sulle capacità cognitive, sulla personalità, sulle abilità apprese e sul potenziale riabilitativo delle persone che hanno subito una lesione cerebrale e non solo. Per ottenere queste informazioni si lavora mediante la somministrazione di tests aventi tutte le proprietà psicometriche su cui un test solitamente viene costruito (standardizzazione, attendibilità, validità, sensibilità, specificità). I test neuropsicologici stabiliscono se un certo tipo di funzionamento (memoria, attenzione, linguaggio, etc) rientra o meno nella “norma” per età e grado di istruzione.
È importante sottolineare un aspetto rilevante, ossia che un danno cerebrale comporta sempre un’alterazione comportamentale. La valutazione si prefigge di rilevare le manifestazioni comportamentali delle funzioni cerebrali, siano esse danneggiate oppure conservate. In altre parole, si può dire che la valutazione neuropsicologica permette di individuare quali sono le abilità compromesse, l’entità di tale compromissione e quali invece sono le capacità preservate.
Lo scopo ultimo non è quello di fare una diagnosi specifica, ma fornire dati ed evidenze che possono contribuire all’inquadramento diagnostico. 

L’impostazione della valutazione neuropsicologica dipende dalla finalità per cui la valutazione stessa viene effettuata: stesura di un profilo neuropsicologico, completamento della diagnosi neurologica, fornire indicazioni sulle abilità compromesse e su quelle residue, fornire indicazioni relative ad attività di gestione/assistenza del paziente, progettare e strutturare il progetto riabilitativo integrato, valutare l’efficacia di un determinato trattamento, fini assicurativi/legali o scopi di ricerca.

A chi è rivolta la valutazione neuropsicologica?
La valutazione è prevista per pazienti che presentano svariate patologie, tra cui: malattie psichiatriche (ad esempio Depressione), postumi di Ictus ischemico o emorragico, postumi di neurochirurgia, postumi di trauma cranico, demenze (ad esempio Alzheimer, demenza fronto-temporale…), malattia di Parkinson, etc. Tale valutazione può essere effettuata anche da tutti coloro che non hanno subito lesioni cerebrali e che non presentano patologie specifiche, ma che comunque vogliono tenere sotto controllo e monitorato il proprio funzionamento cognitivo, per interesse personale o perché hanno familiarità, o predisposizione, per patologie neurodegenerative. 

La valutazione si articola in diverse fasi:
-Definizione del problema: analisi dello scopo della richiesta, ossia individuazione del motivo per cui è stato richiesto l’intervento.
-Anamnesi: raccolta di tutte le informazioni sulla vita del paziente, sulla sua storia clinica, sugli esordi e il decorso del disturbo lamentato, sulla familiarità per patologie neurodegenerative e sulle visite ed esami strumentali già effettuati.  Si prevede inoltre un colloquio con i familiari per approfondire ulteriormente le informazioni raccolte e per completare in modo maggiormente dettagliato il quadro anamnestico.
-Fase di screening: durante la quale si utilizzano tests di valutazione delle funzioni cognitive generali. In questo modo si otterrà un profilo cognitivo globale del soggetto.
-Fase di approfondimento: strettamente connessa alla fase di screening, nel corso della quale si utilizzano tests per specifiche abilità cognitive.
-Restituzione: viene fornita una relazione dettagliata sulle informazioni raccolte e sugli esiti dei tests somministrati.

Quindi, in sintesi, la valutazione neuropsicologia è un processo diagnostico non invasivo, effettuato mediante la somministrazione di tests neuropsicologici, volto alla delucidazione e misurazione del funzionamento cognitivo della persona in seguito a una lesione cerebrale, in presenza di particolari problematiche e patologie o in condizioni di normalità (solitamente dai 50 anni in avanti).



Dott.ssa Elena Salvetti
Psicologa Clinica - formata in Neuropsicologia
334.1604200
salvettielena@libero.it
salvettielena84@gmail.com




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